I dati sull’ansia post Covid hanno subito un incremento significativo. Sono tantissime le persone che, dopo il forzato lockdown, hanno sperimentato alcune forme di questa patologia, più o meno gravi. Un’interessante indagine, compiuta su un campione di 35.000 persone, ha evidenziato come questo disagio psicofisico si sia manifestato per lo più nelle donne.

 

Cos’è l’ansia e chi è più soggetto a svilupparne i sintomi

Lo stato d’ansia è abbastanza comune, soprattutto in quelle persone che vivono una vita stressante o che soffrono di problemi di insicurezza. Questo disturbo si può acuire fino a diventare una vera e propria patologia con ripercussioni sul fisico del paziente e, nei casi più gravi, arriva addirittura ad impedire il normale svolgimento delle attività quotidiane.

Non è dunque qualcosa da sottovalutare, in particolare nel caso dell’ansia post Covid, è bene agire tempestivamente. L’isolamento ha infatti contribuito a generare stati ansiogeni in persone che prima non ne avevano, portandole a soffrire di attacchi di panico o ad avere difficoltà nel ristabilire i rapporti sociali.

Si può manifestare con una forte sensazione di paura e incertezza, soprattutto quando ci si trova ad affrontare situazioni che non si conoscono, ma può anche ripercuotersi sul fisico con sudorazione, tachicardia, nausea, sensazione di svenimento eccetera.

La natura dell’ansia è quasi sempre psicologica e può dipendere da moltissimi fattori scatenanti. Il modo migliore per tenerla sotto controllo è quello di rivolgersi ad uno specialista che aiuterà il paziente a seguire dei percorsi di rilassamento ed educativi per la propria mente.

Nei casi più gravi e ingestibili, vengono prescritti psicofarmaci più o meno potenti, ma è sempre l’ultima spiaggia, quando tutto il resto non dà risultati. Si possono anche utilizzare rimedi fitoterapici (come valeriana e iperico), ma non vi sono evidenze scientifiche concrete che testimonino il loro reale grado di efficacia.

 

Il lockdown e l’ansia post Covid

La natura dell’ansia post Covid è legata all’incertezza di una malattia che non si conosce e per la quale ancora non esistono contromisure. Chi ha sviluppato la maggior parte degli stati d’ansia in questa particolare situazione, sono state le donne, soggetti tendenzialmente più emotivi, contraddistinti da una biochimica più complessa rispetto al maschio.

Ciò non significa che anche negli uomini non siano stati registrati incrementi, anzi è stato rilevato che i maschi adulti con ansia sono raddoppiati durante il lockdown. Il consiglio degli esperti è quello di non sottovalutare i sintomi e se si ha il sospetto di soffrire di attacchi d’ansia, è bene rivolgersi subito al proprio medico.


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