Il "Long Covid" è un termine utilizzato per descrivere particolari sintomi che si sviluppano in alcuni soggetti dopo aver contratto il Covid-19. Si tratta di effetti che durano per un periodo di tempo prolungato (in alcuni casi si parla anche di anni), a prescindere dalla completa guarigione dell'infezione acuta. Riconoscerli potrebbe non essere facile, ecco perché è importante parlarne.

 

Come si manifesta la sindrome da Long Covid?

La maggior parte delle persone che si ammalano a causa del SARS-CoV-2 e delle rispettive varianti, sperimentano i sintomi acuti tipici dell’influenza, ovvero: febbre, tosse, affaticamento e difficoltà respiratorie. Tuttavia, alcuni pazienti sviluppano una condizione clinica postuma che, tendenzialmente si manifesta all’incirca dopo 4 settimane (e oltre) dall’avvenuta guarigione.

I sintomi del Long Covid sono abbastanza soggettivi e variano da persona a persona, se ne può però tracciare uno schema in base alle osservazioni effettuate. Stando a quanto riportato su una nota rivista scientifica, attualmente ne sono stati codificati ben 55, tra cui i più comuni sono:

  • affaticamento persistente (58%);
  • difficoltà respiratorie (24%);
  • deficit dell’attenzione (27%);
  • mal di testa frequenti (44%);
  • perdita di capelli (25%);
  • perdita dell'olfatto (21%) e del gusto (23%).

Alcune persone poi hanno mostrato anche sintomi neuropsichiatrici come l'ansia e la depressione che si presentano a livello somatico con dolori al petto, insonnia o sfoghi cutanei. In tutto ciò, quello che preoccupa è l’assenza di  una durata definita, poiché tale condizione può persistere per settimane, mesi o anche oltre un anno.

In alcuni casi, i sintomi possono essere così gravi da limitare la capacità di una persona di svolgere le attività quotidiane. Insomma, non si tratta di una problematica da prendere alla leggera, ma deve essere comunicata tempestivamente al proprio medico curante.

 

Esistono cure efficaci per il post Covid?

Al momento, sfortunatamente, non si sa ancora perché alcune persone sviluppino il Long Covid mentre altre no. Gli esperti pensano che ci siano diversi i fattori che possono contribuire alla sua comparsa, tra cui: la gravità dell'infezione iniziale, la presenza di comorbidità preesistenti (come l'obesità o le malattie cardiache), e l’efficienza del sistema immunitario del paziente.

Data la natura variegata della sintomatologia, poi, risulta altrettanto difficile trovare una cura ad ampio spettro, pertanto si tende ad agire con terapie specifiche in base a ciò che affligge il malato. C’è però una buona notizia legata ai vaccini.

Secondo un recente studio condotto dal King's College di Londra e pubblicato su The Lancet infectious diseases, sembrerebbe che osservando le casistiche di Long Covid, la maggior parte dei pazienti che ne sono stati colpiti avessero fatto a malapena una dose di vaccino. In coloro che hanno fatto almeno due vaccinazioni, invece, la percentuale si abbassa drasticamente (i dati mostrano un effettivo dimezzamento). Un dato positivo che rimarca ancora una volta l’importanza dei vaccini.


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