Girano tante voci intorno all’acido lattico e ai suoi effetti sull’organismo che necessitano un chiarimento. Tutti conoscono questo termine ma ai più non è comunque ben chiara quale sia la sua funzione all’interno del corpo, né perché esso venga prodotto.
Questo ha dato vita a miti e speculazioni del tutto errate che la scienza ha già provveduto a sfatare, ma si sa che la convinzione popolare è dura a morire. Prima di procedere a snocciolare la questione nel dettaglio, è bene comprendere cos’è l’acido lattico e come si origina.
Per acido lattico si intende una sostanza tossica prodotta durante l’attività anaerobica dei muscoli sottoposti a sforzo. La produzione di energia in questi ultimi avviene dalla scomposizione del glucosio che, in presenza di ossigeno, viene diviso in acqua, anidride carbonica ed energia, appunto.
Durante uno sforzo eccessivo, può capitare che l’ossigeno fornito ai muscoli dalla respirazione diventi insufficiente alla sintesi dell’energia (sensazione di stanchezza) e che altri processi metabolici si riducano in termini di efficienza.
A causa di ciò si tende ad avere un accumulo di idrogeno (derivante dalla trasformazione del glucosio) che deve essere eliminato. Ecco che entra in gioco l’acido piruvico, un composto acido che si lega all’idrogeno (formando così l’acido lattico), lo porta nel sangue e attraverso esso giunge nel fegato, dove viene purificato.
Questo processo di smaltimento dell’idrogeno, aiuta i muscoli a proseguire la propria attività più a lungo, ma quando si raggiunge la capacità massima di smaltimento del corpo, l’energia cessa di venire prodotta e ci si deve riposare. Con l’allenamento continuativo è possibile incrementare questa soglia, estendendo così la resistenza agli sforzi durante gli esercizi.
Uno dei miti più comuni sull’acido lattico è che sia il principale responsabile per i dolori tipici del post allenamento. La verità è che questa sostanza viene smaltita nel giro di pochi minuti, massimo un paio d’ore, dalla fine dell’attività fisica e quindi non può essere la responsabile dei suddetti fastidi.
Il male ai muscoli è invece imputabile a microlesioni che si creano durante lo sforzo, soprattutto se si è fuori allenamento o si applica un carico di lavoro troppo intenso ad un muscolo non adeguatamente preparato.
Il modo migliore per limitare questo tipo di problemi è quello di fare stretching e un riscaldamento adeguato prima di qualunque attività fisica. Ciò non di meno il dolore sparisce in media nel giro di 96 ore.