Quando si parla di metatarsalgia si indica un dolore delle teste metatarsali poste nella zona plantare, che può essere classificato in due diverse tipologie: quella biomeccanica e quella non biomeccanica.
 
Nel primo caso ci si riferisce a una malattia algica generata da squilibri del carico, che in genere derivano da anomalie della grandezza o della posizione dei raggi metatarsali, come anche da anomalie del movimento di certi raggi della Lisfranc.
 
Accorgersi della presenza della metatarsalgia biomeccanica è relativamente semplice, in quanto essa genera sulle teste metatarsali dei calli o delle formazioni di ipercheratosi che indicano proprio la patologia in questione.
 
Un discorso diverso va fatto per la metatarsalgia non biomeccanica, la quale deriva da disturbi sistemici tipo l’Artrite reumatoide o il Lupus eritematoso sistemico e da problematiche localizzate come l’Artrite settica.
 
In alcune circostanze questa malattia causa nette lesioni ai nervi interdigitali, che vengono solitamente chiamate Neuroma di Morton (o Neuroma Civinini-Morton): un disturbo contro cui è opportuno intervenire subito per ridurre i danni.
 
Spesso e volentieri la metatarsalgia compare quando si praticano allenamenti e attività fisiche piuttosto intense, quando si deformano i piedi per ragioni congenite o acquisite e quando si è in sovrappeso o si indossano calzature particolari.
 
Per quanto concerne i sintomi, tale patologia può comparire in modo improvviso, ma anche graduale, mostrandosi con l’insorgenza di dolori all’avampiede. Se questi stessi dolori durano nel tempo nonostante il riposo, è opportuno rivolgersi al medico.
 
Il professionista è l’unica persona che può stabilire se è il caso di procedere o meno con un esame obiettivo, tramite cui accertare e valutare la presenza del disturbo. Disturbo che può essere ridotto tramite una terapia conservativa fatta di:
 
  • riposo;
  • impacchi di ghiaccio;
  • elevazione del piede dolente;
  • assunzione di farmaci contro dolore e infiammazione;
  • e utilizzo di solette antishock o di plantari per il piede cavo.
 
Nei casi più gravi si consiglia il trattamento chirurgico, ma le operazioni per questa malattia sono riservate solo a coloro i quali presentano deformità dei piedi molto accentuate e a chi è afflitto severamente dai sintomi del Neurema di Morton. Per prevenire la metatarsalgia si suggerisce di adoperare calzature comode e di mantenere il normo-peso.

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