Con l’allungamento della vita media e con il miglioramento della sua qualità, il binomio sport e anziani è diventato una realtà concreta. È infatti frequente vedere persone non più giovani dedicarsi a una corsa al parco o ad altre discipline. Per approcciarsi all’attività fisica quando si è nella terza età, è però necessario approfondire il rapporto tra movimento e invecchiamento, valutando rischi e benefici.
 

Cosa sapere sulla longevità

Prodotto di fattori genetici che fissano dei limiti temporali specifici, la longevità ha la caratteristica di essere specie-specifica. Se si prendono come esempio i topi, ciò vuol dire che un singolo esemplare può vivere 5/6 mesi in più rispetto a un altro ma che non arriverà mai al traguardo dei 50 anni.
 
L’aspetto della longevità è legato anche al sesso - le femmine di qualsiasi specie vivono mediamente più dei maschi - e alla lunghezza media della vita dei propri antenati. Questi limiti, però, possono essere influenzati da diversi fenomeni. Nel caso del movimento, si parla di un fattore in grado di influire in maniera positiva sulla longevità?
 
Di sicuro c'è che abbiamo in mano una consistente mole di letteratura medica incentrata sugli effetti negativi dell’immobilizzazione. Quest’ultima, è un fattore di rischio a tutte le età e può provocare problematiche molto gravi negli anziani.
 

Benefici del movimento negli anziani

Il binomio sport e anziani è quindi benefico prima di tutto perché il movimento aziona diversi meccanismi biologici, i quali interagiscono con tutti gli organi e gli apparati del corpo umano. In fase di sforzo, per esempio, si utilizzano i grassi.

Questi ultimi, a riposo rimarrebbero fermi a livello di adipe e cellulite o circolerebbero nei vasi ematici. Nei giovani, tale quadro è meno pericoloso, in quanto i grassi vengono utilizzati più facilmente come materiale energetico nel corso dell’attività fisica.

Per chi è avanti con gli anni la situazione è seria, dal momento che i lipidi si depositano sulle pareti dei vasi ematici provocando aterosclerosi, una condizione pericolosissima per il cuore. Per questo, man mano che si va avanti con l’età diventa importante l’esercizio aerobico.

L’attività fisica a bassa intensità aiuta anche a prevenire l’osteoporosi, patologia degenerativa che colpisce le ossa. Non bisogna per forza diventare maratoneti. Per ottenere buoni risultati, studi alla mano, basta infatti bruciare tra le 500 e le 3500 kcal settimanali con un'attività fisica consigliata dal proprio medico curante.

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