I varici in gravidanza sono piuttosto comuni e interessano una discreta fetta di neo mamme. Quello che è importante sapere è che non devono essere sottovalutati, soprattutto durante questo delicato periodo per la donna.
Anche se la maggior parte di essi scompare con un breve trattamento, nemmeno troppo invasivo, c’è sempre il rischio di complicazioni inaspettate che va escluso con una visita specialistica e un’adeguata prevenzione.
Per definizione i varici sono delle dilatazioni permanenti delle vene. Si manifestano di solito nelle gambe (in particolare nell’interno coscia), ma in gravidanza tendono ad interessare la zona pelvica, vulvare e inguinale. La sintomatologia più comune che li accompagna include: dolori, pesantezza, crampi, prurito e a volte irrequietezza.
Può capitare che i varici in gravidanza interessino anche i capillari e non solo le vene, dando origine a dolori e bruciori causati dall’ispessimento delle pareti di questi ultimi. Fra le principali cause se ne identificano due in particolare: la situazione ormonale particolarmente sconvolta a causa dei cambiamenti indotti dalla gravidanza stessa, e l’ingrossamento dell’utero gravido.
Vi sono poi altri fattori che rendono una donna più o meno soggetta alla comparsa di questi problemi durante la dolce attesa. La predisposizione genetica è uno dei più comuni, ma anche la stipsi cronica, la cellulite, un eventuale sovrappeso e l’alimentazione troppo ricca di sodio.
La prima cosa da fare se compaiono i varici in gravidanza è quella di rivolgersi al proprio medico. Se appare un edema molto esteso all’improvviso, se si avvertono dolori costanti, prurito o bruciore, è possibile che si verifichino anche le condizioni per le complicanze (quali trombosi e flebiti).
Lo specialista consiglierà un esame approfondito come ad esempio l’ecocolor doppler per escludere tempestivamente la presenza delle suddette possibili complicazioni. La terapia durante la gravidanza viene resa il meno invasiva possibile e, solitamente, consiste nell’indossare calze elastiche di gradazione appropriata per garantire un massaggio costante alle zone interessate (elastocompressione).
Esistono poi buone abitudini da tenere in casa (salvo specifica controindicazione del ginecologo) come ad esempio dormire con i piedi rialzati da un cuscino; non stare troppo in piedi e sdraiarsi possibilmente con le gambe in alto; usare scarpe comode un po’ rialzate dalla suola morbida e chiuse dietro e, se possibile, fare ginnastica in acqua o nuotare.